lunedì, novembre 21

Una primavera molto fredda

Ecco che sta accadendo quello che da qualche settimana avevo scritto sarebbe successo, ascoltando le voci di chi in Egitto ci vive tutti i giorni e vive il clima reale di un paese che e' ancora in mano ad una giunta militare, non troppo diversa da quella precedente, e come potrebbe...sono gli stessi che stavano al potere con Mubarak!





Ieri circa 50.000 persone avevano partecipato alla manifestazione indetta dai fratelli musulmani e dalle forze islamiste. Centinaia di manifestanti erano rimasti fino a stamani nella piazza, dove la polizia ha rimosso tende e confiscato striscioni. Pi sono scoppiati gli scontri.

La manifestazione mirava a fare pressione sui militari al potere nel Paese per trasferire il potere a un governo civile. Tra la folla c'erano moltissimi uomini dalle folte barbe e donne velate: la manifestazione è stata la più grande sfida islamica al governo dei militari da quando il movimento di piazza del febbraio scorso ha provocato la caduta del presidente Hosni Mubarak.

02:15 - Piazza Tahrir, a Il Cairo, luogo simbolo della rivolta in Egitto, torna ad accendersi. Violenti scontri dopo che la polizia ha tentato di allontanare le centinaia di persone che cercavano di radunarsi per contestare il Consiglio supremo delle Forze armate al potere. Fonti mediche parlano di 676 feriti. Un manifestante sarebbe stato ucciso da alcuni uomini in borghese. Un altro morto si registra ad Alessandria.
Durante le operazioni di sgombero agenti dei servizi di sicurezza hanno arrestato sei persone, tra le quali un fotografo del quotidiano Al Masry Al Youm, Abanoub Emad, un giornalista di El Horreya Wal Adala (giornale dei Fratelli Musulmani) ed un fotografo della tv Ontv (del magnate Naguib Sawiris) ed alcuni attivisti. Gli arresti sarebbero stati compiuti dopo che i fotografi hanno ripreso scene di violenza da parte dei poliziotti antisommossa, dopo che fonti ufficiali avevano negato che nello sgombero della piazza fosse stata usata la forza.
(TGCOM)http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo1028518.shtml

(ANSA) – IL CAIRO, 21 NOV – Nuovi scontri stamani a piazza Tahrir al Cairo, mentre sale il bilancio dei morti da sabato scorso. La polizia ha sparato i gas lacrimogeni per disperdere la folla, che ha risposto con il lancio di pietre. Il bilancio dopo tre giorni di violente proteste e’ di almeno 12 morti, quindici secondo altre fonti.

A nove giorni dalla prima tornata delle elezioni per il rinnovo della camera bassa del parlamento (Assemblea del Popolo), la giornata di oggi ha ricordato le scene - anche se per fortuna con bilanci meno tragici - della repressione scatenata proprio nei giorni successivi al 25 gennaio (850 morti e migliaia di feriti) e per i quali l'ex presidente Mubarak è sotto processo con i suoi figli ed il suo ex ministro dell'Interno. Le tensioni sono cominciate in mattinata, quando poliziotti antisommossa hanno rimosso con energia un gruppo di tende allestite in un angolo di piazza Tahrir dentro le quali c'erano gruppi di familiari di «martiri della rivoluzione» (vittime e giovani rimasti feriti agli occhi ed agli arti dalla repressione della polizia prima che Mubarak si dimettesse), picchiando e ferendo alcune di esse. La reazione immediata è stata di lanciare sassi contro gli agenti, che rispondevano con lacrimogeni e manganellate. In diverse ondate la piazza è stata liberata e poi rioccupata da manifestanti che nel frattempo erano aumentati ad alcune migliaia, con una tensione ogni volta crescente, mentre cominciavano a fioccare i comunicati di condanna dell'uso eccessivo della forza da parte della polizia.

Prese di posizione sono venute sia dai Fratelli Musulmani - ritenuti da molti la forza politica che potrebbe assicurarsi il miglior successo elettorale - sia dai gruppi dei giovani rivoluzionari e da partiti politici tradizionalmente considerati di opposizione. Nell'assenza totale di comunicazioni e interventi da parte delle Forze Armate - ed in particolare del Consiglio Supremo che gestisce il paese - il ministero dell'interno ha reso noto che sei manifestanti erano stati arrestati per le violenze mentre sette poliziotti erano rimasti feriti.

Potete immaginare com'e' difficile lavorare in un ambiente del genere?
e ora ho li persone che conosco, che hanno un nome, un viso, una storia e non e' piu' come prima, adesso mi preoccupo e penso a loro

In molti stanno pensando di emigrare perche' il futuro non e' una primavera, ma sentono che il futuro sara' un lungo inverno, altro che nuova primavera araba...

ps/ dovrei con la famiglia andare al Cairo il 10 dicembre per una settimana....credete che ce la faremo???
NAAAAAAAAAAAAA